La notizia dell’acquisizione di Activision-Blizzard-King da parte di Microsoft ha fatto capovolgere l’internet e tutt*, giustamente, si sono interrogati su cosa succederà nel futuro, sul miglioramento della cultura aziendale e sul futuro della marea di prodotti e servizi live che compongono il catalogo della compagnia.
Le notizie ieri, però, non hanno presentato alcuni tasselli fondamentali di questa novella acquisizione. Perché non è tutto fatto e finito, Microsoft non è entrata con i sacchi colmi di dollari e mettendo i piedi sulle scrivanie. Ci sono ancora diversi processi in mezzo che devono essere valutati dalle autorità competenti, perché l’acquisizione di cui stiamo parlando è di 68.7 miliardi di dollari, la più grossa che si sia mai vista nell’industria videoludica: insomma non si stanno scambiando le Goleador (ottima valuta per dare il resto). Inoltre Microsoft ha effettuato tantissime altre acquisizioni in ambito tech in questi ultimi anni, il caso di Bethesda è il più noto.
È verosimile, quindi, l’intervento di istituzioni come la Federal Trade Commission, che si occupa di tutelare i consumator* prevenendo pratiche anticoncorrenziali e di monopolio. Le conseguenze sul mercato devono essere valutate e la trattativa potrebbe durare anche sino a giugno 2023, come scritto dal CEO Bobby Kotick in una mail allo staff.
Parlando proprio di Kotick, il suo incarico come CEO durerebbe fino a che l’acquisizione non sarà conclusa, dopodiché il punto di riferimento diventerebbe Phil Spencer che verrà promosso a CEO di Microsoft Gaming. In più occasioni l* lavorator* e divers* azionist* hanno richiesto le dimissioni di Bobby Kotick, la sua incapacità di agire è tra le cause principali della cultura tossica e discriminatoria all’interno di Activision-Blizzard: un articolo del Wall Street Journal riporta alcune testimonianze secondo cui il CEO fosse perfettamente a conoscenza della situazione culturale interna all’azienda e che abbia insabbiato i casi senza informare il consiglio d’amministrazione.
La sviluppatrice e direttrice esecutiva del progetto politico Rebellion Pac Brianna Wu, che fu bersaglio di molestie durante lo scandalo del GamerGate, ha affermato quanto segue in un’intervista al Wall Street Journal:
“It’s very clear to anyone who watched the coverage that problems with culture starts at the top”
“È chiaro a tutti coloro che hanno seguito le notizie che i problemi di cultura hanno origine dall’alto”
In tutta questa vicenda nessuno ha considerato la situazione dell* dipendent* di Activision-Blizzard, la loro condizione è stata poco chiarita. È in corso un tentativo di sindacalizzazione da parte del gruppo di A Better ABK e si tratta di un momento storico all’interno dell’industria videoludica, con il primo sindacato di sviluppator* videoludici nella storia degli Stati Uniti formatosi nella piccola software house di Vodeo Games. Si sta vedendo, in generale, una crescita dei movimenti per i diritti dell* lavorator* nel settore Tech, soprattutto grazie all’intervento dalla Communications Worker of America.
Lo sforzo di A Better ABK deve rimanere sotto i riflettori e Microsoft deve interessarsi a questa necessità di Activision-Blizzard, soprattutto visto che in passato la stessa compagnia di Redmond aveva ricevuto segnalazioni di comportamento antisindacale alla National Labor Relations Board nel 2016, quello che in inglese viene definito Union-Busting (nel documento troverete la voce retaliation, in italiano Ritorsione). Alcun* lavorator* a contratto, come riportato dal The Guardian, si sindacalizzarono nel 2014 per chiedere le ferie retribuite, mentre nel 2016 Lionbridge ha licenziato 38 dipendent* sindacalizzati che stavano facendo bug testing sulle applicazioni Microsoft. Nel caso l’ambiente lavorativo all’interno dell’azienda di Irvine non migliorasse nella fase di transizione e, successivamente, nell’acquisizione, Microsoft è da riterenere direttamente responsabile, come fanno giustamente notare in un articolo pubblicato ieri su Vice.
Continuiamo a seguire le notizie sull’acquisizione cercando di capire non soltanto quale sarà il futuro dei giochi che tanto amiamo, ma anche la situazione lavorativa delle persone che lavorano ad Activision-Blizzard e che da mesi stanno tentando di formare un sindacato: uno sforzo gigantesco che comprende anche una raccolta fondi per sostenere l* sviluppator* e l* QA Tester di Raven Software che, al momento, stanno scioperando dopo i recenti licenziamenti nel reparto di testing e controllo qualità, essenziali nel processo di sviluppo di un videogioco.
Fonti: Bloomberg, Axios, The Guardian, The Wall Street Journal, National Labor Relations Board, Vice.
Su questo argomento
Abbiamo dedicato l’intera puntata di dicembre della nostra newsletter agli sviluppi sul caso Blizzard. In “Uno sguardo differente” potrete trovare riflessioni ulteriori per comprendere non soltanto la questione sindacale, ma anche le problematicità del linguaggio con il quale abbiamo riportato in italia le notizie su questo caso. Di seguito potete trovare i due articoli scritti da me e dalla mia collega Ilaria Celli.
Un ottimo riassunto della situazione attuale scansando il mare di inutilità che sta circondando la vicenda. Io spero che ci sia un miglioramento sostanziale nello status dei lavoratori videoludici e che soprattutto, dopo l'acquisizione, non ci siano smantellamenti o "bonifiche" dei team di sviluppo.
Per quanto mi riguarda sono contento del possibile passaggio, sarò più contento ancora se la situazione A.B.K. migliorerà. Sempre meglio che vedere l'azienda fallire e venire sciacallata delle IP come hanno fatto per THQ