Politica, arte, divulgazione e tanta voglia di cambiamento
Fortnite e il suo potenziale divulgativo
Nell’ultimo periodo ha fatto tanto parlare di sé un nuovo evento all’interno del videogioco online più famoso al mondo. Fortnite, Battle Royale sviluppato da Epic Games, è diventato un hub virtuale di ritrovo ed una piazza per interessanti eventi culturali: dai concerti che hanno visto artisti illustri come Travis Scott e Ariana Grande, fino alla conferenza “We The People” sul razzismo sistemico e al March Through Time in memoria di Martin Luther King Jr..
Proprio quest’ultima iniziativa è stata creata in collaborazione con il Time e permette ai giocatori di esplorare una ricostruzione digitale del Lincoln Memorial a Washington D.C. e di visitare un museo virtuale dedicato alla storia dei movimenti dei diritti civili degli afroamericani, con la possibilità di fare attività, minigiochi e di ascoltare anche il celebre discorso “I Have a Dream”. Ma l’esperienza virtuale non finisce su Fortnite, bensì sul sito del Time. Il famosissimo settimanale americano ha creato un’esibizione virtuale che ripercorre gli eventi del 1963 e che permette di ascoltare la storia e le testimonianze degli attivisti che hanno partecipato alle marce e che hanno lottato, e che continuano a lottare, contro il razzismo sistemico.
E’ possibile, quindi, prendere visione di una serie di materiali audio e video, tra cui un documentario che mette in parallelo il Civil Rights Movement degli anni ’60 e le manifestazioni non-violente contemporanee per i diritti civili e per l’emergenza climatica. Ma a catturare l’attenzione è la possibilità di poter fare domande a chi ha aiutato ad organizzare la marcia su Washington: una versione virtuale interattiva di Joyce Ladner, attivista e sociologa, sarà disponibile a rispondere alle domande dei visitator*. Le domande possono essere digitate attraverso un apposito prompt oppure attraverso il microfono, simulando una conversazione.
Fortnite ha quindi preso coscienza della sua influenza comunicativa e della sua responsabilità educativa nei confronti degli utenti. Il videogioco prodotto da Epic ha dimostrato nuovamente come il medium videoludico può essere uno strumento divulgativo ed educativo potente ed inclusivo, in grado di portare all’attenzione dei giocator* tematiche sociali importanti, di apprendere conoscenza o di visitare luoghi virtuali con esposizioni artistiche.
Moltissime software house stanno, infatti, sviluppando dei veri e proprio musei virtualI, nei quali i giocator* possono girovagare e soffermarsi per osservare i concept art e le copertine dei prodotti pubblicati dall’azienda. Il publisher Raw Fury, famoso per Call Of The Sea e West of Dead, ha creato una sua breve esperienza museale che apre nuovamente alla riflessione sull’evoluzione delle gallerie d’arte e delle stesse convention di videogiochi.
Fonte: Axios Gaming, Time, The Verge
Questo articolo è stato pubblicato a settembre in Still Alive, la realtà digitale.